Deficit di CDKL5: uno studio per migliorare la qualità della vita

Entra in fase clinica il progetto Seed Grant dedicato a valutare il ruolo dei microrganismi intestinali nella modulazione dei sintomi della sindrome. 

Il microbiota intestinale umano.
Il microbiota intestinale umano

La ricerca si compone di piccoli passi, uno dietro l’altro. Nella storia che stiamo per raccontare, a rendere possibili questi passi sono stati due piccoli semi: due finanziamenti del progetto Seed Grant di Fondazione Telethon in collaborazione con l’associazione CDKL5-Insieme verso la cura, che potrebbero portare a risultati in grado di migliorare la qualità della vita di pazienti con una rara malattia neurologica. 

Attivo dal 2019, il progetto Seed Grant è un’iniziativa attraverso la quale Fondazione Telethon mette a disposizione tutte le proprie competenze per selezionare progetti di ricerca finanziati direttamente da associazioni di pazienti, oppure in modo congiunto. Il termine “seed” (seme) si riferisce al fatto che si tratta di finanziamenti contenuti per progetti con l’obiettivo di avviare la ricerca su malattie non ancora studiate. Piccoli semi da cui far germogliare nuovi progetti e nuovi risultati. 

Tra le associazioni che hanno partecipato all’iniziativa c’è appunto CDKL5-Insieme verso la cura, che nel 2021 ha finanziato un primo progetto per valutare il ruolo del microbioma, l’insieme dei microrganismi che popolano il nostro intestino, nei pazienti con encefalopatia epilettica da deficit di CDKL5. “Il progetto è nato da una serie di risultati di studi recenti che hanno mostrato l’esistenza di un sistema di comunicazione tra intestino e cervello, suggerendo che segnali provenienti dai microrganismi intestinali possono influenzare le funzioni del sistema nervoso e il comportamento”, afferma Paola Tognini, ricercatrice dell’Università di Pisa e coordinatrice dello studio.

Poiché le persone con disordine da deficit di CDKL5 hanno spesso sintomi gastrointestinali (e i familiari riportano un peggioramento delle crisi epilettiche in concomitanza con questi sintomi), Tognini e collaboratori hanno deciso di mettere a confronto il microbiota intestinale di un gruppo di pazienti con la sindrome con quello dei loro fratelli, sorelle o genitori, sani.  

In effetti, i ricercatori hanno osservato che esistono differenze, anche a parità di alimentazione: un aspetto importante, visto che il microbiota intestinale è fortemente influenzato dalla dieta. In particolare, il microbiota dei pazienti è meno “biodiverso” (cioè c’è una varietà inferiore di microrganismi) e con una composizione differente rispetto a quello dei controlli sani: due condizioni che suggeriscono l’esistenza di una condizione pro-infiammatoria.

È proprio su questi risultati che si inserisce il rinnovo del progetto Seed Grant. E' appena partito con il coordinamento di Aglaia Vignoli, direttrice della Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza presso l’ASST GOM Niguarda e professoressa all’Università degli Studi di Milano. 

“La ricerca in questo ambito è ancora piuttosto giovane. Ma alcuni dati suggeriscono che uno stato infiammatorio cronico a livello intestinale possa favorire sia l’insorgenza, sia la persistenza delle crisi epilettiche, portando a uno stato di ipereccitabilità delle cellule del cervello” spiega Vignoli.

Da qui il nuovo progetto, che si propone di valutare l’effetto sulle condizioni neurologiche di pazienti con disordine da deficit di CDKL5 di integratori in grado di ridurre lo stato di infiammazione intestinale.

“I pazienti riceveranno per tre mesi un integratore contenente il principio attivo alfa-lattoalbumina, proteina presente normalmente nel latte umano che ha appunto un’azione antinfiammatoria intestinale. Dopo un mese senza integratori, verrà fatto un secondo ciclo con alfa-lattoalbumina più butirrato, un acido grasso a catena corta che oltre al ruolo antinfiammatorio è anche protettivo rispetto alle crisi epilettiche”. Periodicamente vi saranno valutazioni sia cliniche sia delle caratteristiche con il microbiota.  

Anche nel migliore dei casi, questo tipo di intervento non potrà costituire una cura definitiva per l’encefalopatia epilettica da deficit di CDKL5, ma la speranza è che possa migliorare la qualità di vita dei pazienti, in termini di controllo delle crisi epilettiche e di qualità del sonno. Piccoli passi, importanti, verso la cura, che l’associazione CDKL5-Insieme verso la cura ha intenzione di continua a fare, partecipando anche al nuovo bando Fall Seed grant 2023, i cui risultati si avranno entro la prossima primavera.   

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