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Trattamento della cardiomiopatia aritmogenica attraverso la modulazione del signaling del Neuropeptide Y

  • 3 Anni
  • 248.600€ Totale Fondi

Questo progetto TREATYNG è finanziato nell'ambito della Joint Transnational Call 2025 di ERDERA


Per chi vive con la cardiomiopatia aritmogena (ACM), il cuore può diventare una fonte di incertezza e paura anche nella vita quotidiana.

L’ACM è una grave malattia genetica rara del cuore che può colpire persone giovani e apparentemente sane, esponendole al rischio di aritmie pericolose e, nei casi più gravi, di morte improvvisa. In questa patologia, il muscolo cardiaco viene progressivamente sostituito da tessuto fibroso e adiposo, rendendo il cuore più fragile e instabile, soprattutto durante lo stress fisico o emotivo. Oggi non esistono terapie in grado di arrestare la malattia, con un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Questo progetto nasce dalla volontà di guardare alla cardiomiopatia aritmogena da una prospettiva nuova. L’ACM non viene considerata solo come una malattia del muscolo cardiaco, ma come il risultato di un’alterazione più ampia che coinvolge anche il sistema nervoso. In particolare, la ricerca si concentra sui neuroni simpatici, cellule nervose fondamentali per il controllo del battito cardiaco e della risposta allo stress. I nostri studi indicano che, nelle forme genetiche di ACM, la comunicazione tra cuore e sistema nervoso è alterata e contribuisce allo sviluppo delle aritmie e del danno cardiaco.

L’obiettivo del progetto è verificare se intervenire in modo mirato su questi segnali nervosi possa ridurre le aritmie e proteggere il cuore. Un elemento cruciale è che i farmaci studiati sono già utilizzati in ambito clinico o sono stati testati nell’uomo, aumentando le probabilità di una rapida applicazione nella pratica clinica.

Grazie alla collaborazione tra ricercatori, medici e associazioni di pazienti, questo progetto mira a trasformare una nuova conoscenza scientifica in strategie terapeutiche concrete, con l’obiettivo ultimo di ridurre il rischio di morte improvvisa e restituire maggiore sicurezza e qualità di vita alle persone affette da cardiomiopatia aritmogena.

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